Oh, Babbo Nachele.

Caro Babbo Natale, saltiamo i convenevoli.
Io per natale voglio (e bada bene che non ho scritto "vorrei", quindi inizia a darti da fare):
  • diventare una giornalista con i controfiocchi.
  • avere le palle e il tempo di terminare il libro che sto scrivendo.
  • superare la prossima sessione di esami con la forza del pensiero.
  • riuscire a prendere questa benedetta patente (mettendomi in testa che quando in una via le macchine sembra che mi vengano addosso, non sono loro dei citrulli contromano bensì io).
  • una scorta illimitata di Macarons al pistacchio per le mie voglie notturne.
  • un coniglio nano e batuffoloso che faccia bisognini invisibili ed inodori.
  • un piumone con temperatura fissa a 39° (lo so che hanno inventato appositamente per le vecchie bacucche come me lo "Scaldasonno", ma ho avuto sempre paura di saltare in aria con una scossa da 1000 volt).
  • un attichetto a Parigi con vista sulla Tour Eiffel.
  • una libreria con tuuutti i titoli possibili di romanzi e saggi ad esclusione dei "libri-sepropriovogliamochiamarlicosì" di quel testicolo di Moccia.
  • la stanza-armadio-villa-cabina di Carrie Bradshaw compresa di illimitati vestiti Dior, scarpe Loubotin, borse Miu Miu e accessori Chanel.
  • una moka della grandezza di una fontana che spruzzi caffè a valanghe.
  • una giacca possibilmente senza effetto "omino michelin" che riscaldi come una stufa.
  • due rondini che farei volare via per esortare a fare primavera (gira voce che una non basti).
  • l'intera collezione originale delle pellicole di Truffaut.
  • l'intera ma proprio intera discografia di Fabrizio De Andrè.
  • l'entrata gratis ad almeno 100 concerti.
  • l'entrata gratis in una taglia 40.
  • un paio di ali.
  • dei polsini "Spiderman" che sparino ragnatele filanti (è da tanto che desidero entrare a sorpresa nella finestra del vecchietto di fronte per rubargli le lasagne).
  • un buono valido per 365 desideri annui che mi verranno in mente nel corso del 2011.
  • la speranza che in fondo tu esista davvero.


E a tutti voi miei deliziosi lettori: un dolcissimo, strepitoso, fantasmagorico Natale. Io me ne vado a New York !







Non ti fidar di un bacio a mezzanotte.

Sin dai tempi del nostro primordiale piantarello, tutte noi siamo state circondate (letteralmente parlando: eravamo delle tondeggianti pallette di lardo) da una quantità industriale di bugie.
Il mondo si è divertito a prenderci per il culo sin dai nostri primi passi, facendoci credere (aiutato sicuramente dagli urletti sprizzanti e dall'entusiasmo galoppante di colei la quale si faceva chiamare "mamma") che riuscendo a mettere un piede davanti all'altro avevamo appena concluso l'impresa più ardua e complicata della nostra vita e che il resto sarebbe stato una vera passeggiata.
Ha continuato diabolicamente a ridere di noi quando, colte dall'emozione di incontrare il topino parlante che sarebbe venuto a riscuotere ciò che di nostro gli spettava, ci staccavamo barbariamente i nostri bianchi dentini dondolanti.
Si è sbellicato vedendoci saltellare euforiche intorno a nostro nonno vestito malamente da Babbo Natale, urlando quelle che secondo noi dovevano somigliare a canzoni natalizie.
Ha provato quasi pena per noi quando, convinte di aver avuto più fortuna di quella sfigata della Bella Addormentata nel Bosco, pensavamo di aver trovato il nostro principe azzurro senza neanche prenderci la beffa di svenire prima, ed eravamo al seguito state rifiutate allegramente con una bella strigliata di capelli.


Eravamo così piccole, così innocenti, così deliziose. E il mondo se n'è fregato. Ci ha voluto insegnare sin da subito come stanno le cose. Ci ha voluto ficcare in quella zucchetta cotonata e infiocchettata da mollette ed elastici orripilanti che l'unico modo per sopravvivere in quella giungla chiamata "vita" sarebbe stato mentire, mentire e mentire ancora.


"E' stato bello conoscerti!"   "Uh, ma stai benissimo!"   "No, guarda che le chiavi non le hai date a me."   "Le tue scarpe sono divine!"   "Ma scherzi? Non mi scoccia per niente se viene anche tua madre!"


Giornalmente veniamo invase da frasi del genere e scopriamo tristemente che il mondo ha fatto bene ad essere severo con noi, perchè quella delle menzogne si sarebbe rivelata ben presto l'unica strategia plausibile per una pacifica sopravvivenza.
E non provate a dire che voi non le utilizziate puntualmente; è un post sulle bugie, sarebbe fuori luogo mentire, soprattutto a voi stesse.


Il problema è che così facendo le bugie si ingigantiscono, sempre di più, sempre più grandi, fino a diventare vere e proprie storie di vita inesistenti. Povero scemo colui che ha detto che le bugie hanno le gambe corte ! Oggi le bugie hanno gambe lunghissime e affusolate, da far invidia a Naomi Campbell, sfilano in passerella e ti squadrano dall'alto in basso.
E la cosa terrificante è che non possiamo farci proprio niente. Sì, potremmo stare qui a sentenziare sulla bellezza e sul valore di dire sempre la verità, di essere sincere. Ma fidatevi, sarebbero appelli del tutto inutili. 


Quindi prepariamoci, mie care. Armiamoci del nostro sorriso più falso e affrontiamo le disdicevoli cazzate che ci vengono spiattellate in faccia giorno dopo giorno. Ma non facciamoci fregare. In fondo, siamo o non siamo le più brave a fare buon viso a cattivo gioco ?






La verità vi prego sull'amore.

Lui ti fa ridere e ti tiene la mano. Tu tieni stretta la sua e biascichi una vecchia canzone dimenticata.Tutto è perfetto. L'universo è in armonia con voi, il sole del mattino vi fa sbattere dolcemente gli occhi infastiditi. Siete felici. 
Tu pensi a dove andrete per pranzo, se in quel ristorantino intimo e sfizioso o a casa sua. Lui al solo pensiero di darti un altro bacio sorride.
E in quel preciso secondo, tu hai la grande idea di voltarti verso di lui e lo guardi. Lo vedi. Lo sai. Quel sorriso ti travolge come un fiume in piena, ti sommerge. Ricambi con un ghigno a 32 denti, ma sai perfettamente di avere un'aria spaventata, sorpresa, distrutta.
Continui a ripeterti in mente "no no no, non sta accadendo", ma negare stavolta non funziona, tu sai che sta accadendo. Eccome se sta accadendo.




Perché è proprio così che succede, un battito di ciglia, un rintocco d'orologio, un brivido lungo la schiena ed è subito amore.




E così di notte il suo russare come una locomotiva scozzese si trasforma nello squittio di un dolce scoiattolo.
E la sua sghignazzata da scaricatore di porto si trasforma in un ilare risata ammiccante alla Gregory Peck.
E la sua biancheria sporca sparsa per tutta casa si trasforma nel suo gesto amorevole per farti pensare sempre a lui.
E persino la tavoletta del water alzata si trasforma nella sua romantica voglia di abbracciarti nell'intento di staccare il tuo sedere incastrato dalla tazza. 
Tutto si trasforma, tutto cambia e ti ritrovi a canticchiare la mattina appena sveglia, mentre la moka sputa caffè caldo, alle sette del mattino, con ben cinque stressanti ore di lezione che attendono solo te. 
Ti giri armoniosa e incroci lo specchio, quasi per sbaglio. E ti vedi: le guance rosate, gli occhi illuminati, il sorriso raggiante e pensi "Oh, cazzo". E hai pensato bene, perchè sarà proprio quello a cui prossimamente ti dovrai attaccare !
Giorno dopo giorno sai già a cosa andrai incontro: gli attacchi di gelosia compulsiva, le crisi mistiche di nervi, i messaggini alla "Minnie&Topolino", la voglia di sapere ad ogni costo dove lui si trovi, con chi, quando, che cosa faccia, perché e come. Ormai sei dentro, sei nel tunnel delle angosce e dei sogni ad occhi aperti. Dei pianti nevrastenici e delle risate senza tempo. Dell'amore smisurato e dell'odio irrefrenabile.


E allora ti ritrovi lì, inerme davanti a lui, fredda come un fiocco di neve, tremante come una foglia d'autunno e piccola come una briciola di pane. Con un filo di voce. E quasi sperando che lui non ti senta, pronunci quelle due paroline che come fossero una formula magica, sai che cambieranno tutto. E subito dopo il tuo cuore esplode. E' come se riuscissi a sentire il "bam" delle valvole cardiache che saltano. E ti senti felice, triste, spenta, viva, amata, respinta, sfinita, ferita, rinata, insicura, frastornata, euforica e decisamente demolita.




L'amore per un bambino di cinque anni è la sua macchinina preferita. Per una bambina di dieci è la sua amica del cuore. Per un ottantenne è la foto della moglie che sorride e veglia su di lui. Per noi è semplicemente tutto.




Perché sì, in fondo è proprio così,
in piccole dosi, nei gesti quotidiani, nei sorrisi della gente, nello sguardo di un passante, nell'abbraccio di un amico, nei rimproveri di una mamma,
l'amore è










 

Il grande freddo.

Avete presente quando le mani tendono a diventare di un colorito tra il violaceo e il "non-identificato" e i capelli si schiudono come gambe alla vista di Brad Pitt ? E il freddo penetra nelle ossa riuscendo a passare da buchini del maglione non visibili ad occhio nudo ? E nonostante tutto ciò il nostro sorriso deve restare impassibile e raggiante per non destare alcun tipo di sospetto ? Ecco, è proprio lì che vorrei cadere in letargo.
Sì, cadere nel più profondo dei letarghi come un fetido tasso o una viscida chiocciola.
Risvegliarmi quando tutte le scocciature sono svanite e senza avere l'obbligo di giustificare la mia lunga assenza a nessuno, senza dover spiegare ogni singolo avvenimento. E dopo tanto,  ma tanto tempo, rituffarmi nella normale routine di tutti i giorni, coccolata dal caldo sole di una profumata primavera.




Dio avrebbe dovuto offrire la carta della quiescenza anche a noi esseri dotati di American Express e BlackBerry. Non è assolutamente giusto che solo insulsi animaletti abbiano mesi e mesi di sonno patologico come via di fuga, come uscita d'emergenza dal gelido inverno ! Posso assicurare che anche a noi donne piacerebbe svenire in un lungo sonno (magari nel tepore di un mega piumone) e spegnere la luce del cervello per un bel po'. Insomma, se avessimo anche noi la capacità di cadere in letargo sarebbe un mondo meno isterico, più pigro sicuramente, ma almeno senza ghiaccioli al gusto "piede" sotto le lenzuola.
E magari, giusto per non sentirci troppo in colpa verso noi stesse, potremmo accordare di risvegliarci saltuariamente durante le feste natalizie, giusto il tempo di scartare la nostra inaspettata Coffer di MiuMiu sotto l'albero o di strafogarci di pandoro e torroni vari.




Ma il fatto è che purtroppo nessuna di noi può cadere in letargo (a meno che non si lanci dal 3° piano de "La Rinascente", ma quello viene più comunemente chiamato "coma") e che in fondo perché dovremmo privarci di una così appetitosa occasione per torturare senza tregua le nostre "dolci-ma-non-troppo" metà ?
Perché porre fine al supplizio delle mani congelate sotto ai golf, delle lamentele sul nostro corpicino congelato, delle coccole pretese per riscaldarci ? E quale migliore scusa ci verrà mai più offerta per poterci liberamente agghindare come pinguini rotanti ?


La verità è che noi donne non possiamo sparire dalla circolazione, il mondo intero ne risentirebbe troppo. Quindi bando alle ciance, signorine. Al diavolo Morfeo e la sua troupe. E' ora di mettersi il rinomato piumino effetto omino-Michelin e di scendere in campo, volenti o nolenti. 
E non andateci piano, perché persino le bestiole più infime e succhiasangue del genere animale preferiscono il grande sonno al terribile gelo. Bè, ma loro sono vipere e noi siamo donne. Il che è peggio. Molto peggio.